
Se guardiamo il corpo nudo di un uomo appena morto, vediamo una sorta di sacco di forma strana, fatto di materia liscia, la pelle. Se lo tastiamo, percepiamo che quel sacco contiene oggetti di una varia forma e consistenza. Infatti, se pratichiamo un taglio e peschiamo a caso dentro il sacco, potremo trovare carne, e ossa e grasso; e il fegato e il cuore, organi attraversati e collegati da tubi flessibili in cui circolano liquidi e umori e gas; e così via.
Se diamo sistematicità e ordine a questa esplorazione, scopriremo che tutte le componenti del corpo sono collegate fra di loro a formare una struttura di straordinaria complessità che costituisce la cosiddetta anatomia del corpo. E tuttavia, anche quando tutte le componenti siano ciascuna al posto giusto, quel corpo è morto; non solo non è in grado di compiere alcuna funzione attiva, ma entro poche ore va in decomposizione; un processo di disfacimento che diviene irreversibile già pochi secondi dopo la morte.
Per essere vivo, per poter essere funzionalmente attivo, è necessario che la struttura anatomica – completa di tutti i suoi particolari, dalle microscopiche cellule ad ogni macroscopico organo cosiddetto “vitale” – abbia una organizzazione molecolare precisa e dinamica e sia percorsa da una miriade di segnali di natura chimica ed elettrica in opportuna rigorosa sequenza. Si usa dire che un corpo vivo è un sistema olistico.
Noi, con Corporea intendiamo non solo dare ragione della struttura funzionale del corpo umano; ma ci proponiamo anche di offrire una visione dei vari sottosistemi in cui il corpo può essere schematicamente scomposto, e delle interazioni fra tali sottosistemi.
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