
Qualche tempo fa, ho riportato sul mio blog un simpatico aneddoto raccontatomi dal mio caro amico Eugenio Bennato. Eugenio si rammaricava però di non ricordare con esattezza dove avesse letto il divertente fatto occorso ad Albert Einstein, e quali fossero le circostanze esatte, chi fosse l’interlocutore del grande scienziato in quella situazione.
Eugenio mi aveva promesso, però, che avrebbe cercato di colmare i vuoti di informazione; sarebbe ritornato da me per completare il suo racconto, un po’ come facevano i miei studenti – che nostalgia! – cui era dato modo di tornare più volte per completare un esame….
Ed è tornato a trovarmi, Eugenio, portandomi, con una cara dedica, un delizioso libretto di Étienne Klein acquistato a Bruxelles per me, che si apre così:
Paul Valéry et Albert Einstein, qui s’admiraient mutuellement, se rencontrèrent à plusieurs reprises, à Paris ou à Genève, au cours des années 1920.
Un jour, le penseur-poète, persuadé que le père de la relativité produisait des idées à une cadence d’essuie-glaces, lui posa la question qui lui brûlait les lèvres depuis longtemps :
<<Lorsqu’une idée vous vient, comment faites-vous pour la recueillir? Un carnet de notes, un bout de papier… ?>>
La réponse le déςut sans doute, l’auguste physicien se contentant de lancer:
<<Oh ! une idée, vous savez, c’est si rare !>>
Paul Valéry e Albert Einstein, che si stimavano l’un l’altro, si sono incontrati più volte a Parigi e Ginevra, nel 1920.
Un giorno, il pensatore-poeta, convinto che il padre della relatività producesse idee alla cadenza di un tergicristallo, gli pose la domanda che per un lungo periodo gli aveva “bruciato” le labbra:
<<Quando vi capita di avere una nuova idea, quale strumenti adottate per trattenerla? Un taccuino, un foglio di carta …?>>
La risposta che il venerando fisico diede all’amico poeta lo lasciò senza dubbio interdetto:
<<Oh! Un’idea, sapete, è una cosa così rara!>>
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