I segreti della scienza

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già pubblicato su IL MATTINO, Futuro e presente. Venerdì 22 ottobre 1993

In un paese in riva al mare, povero di risorse e di attività, viveva un tempo un uomo, che aveva per la pesca una grande passione e un eccezionale talento. Benché quel mare fosse tutt’altro che pescoso, quell’uomo – che era riuscito a sviluppare, in lunghi anni di esperienza, metodi che teneva gelosamente segreti e tecniche straordinariamente efficaci – riusciva sempre a concludere le sue giornate col paniere pieno di pesce abbondante e pregiato.

Poiché da solo non poteva mangiarlo tutto, e anche per mostrare a tutti quanto era bravo, lui ne regalava gran parte a chi capitava; e diceva fra sé e sé: – Quanto sono bravo! Quanto sono generoso! – e si meravigliava e si doleva che la gente del villaggio (che pure riceveva da lui ogni giorno, ora questo ora quello, i suoi palpitanti regali) non solo non gli fosse affatto riconoscente dei suoi doni, ma lo considerasse un uomo egoista e arrogante.

La gente, infatti si diceva:

– Se volesse davvero bene agli altri, e non solo a se stesso, non elargirebbe a chi di volta in volta lui sceglie i suoi pesci; se amasse davvero la comunità insegnerebbe a tutti a pescare, in modo da rendere ciascuno autosufficiente, anziché mantenerlo dipendente dalla sua elemosina pelosa e vergognoso della sua inferiorità.

Nel mondo moderno, la pesca più miracolosa – che produce benessere, consapevolezza e ricchezza – è procurata soprattutto dalla scienza, i cui metodi e le cui tecniche sono scritti in codici cifrati, che solo pochi hanno il privilegio di conoscere.

I frutti di questa pesca ricadono all’intorno distribuendosi, a quanto pare, in modo più o meno casuale: solo su alcuni popoli, solo su alcune classi sociali.

Sono frutti rappresentati da prodotti, sempre più sofisticati, realizzati – almeno apparentemente – per rendere la vita più confortevole e più piacevole: automobili, televisori, computer, elettrodomestici vari [telefoni e altri dispositivi intelligenti, aggiungerei oggi] e così via elencandone solo alcuni.

In realtà la molla segreta che muove questa macchina produttrice di abbondanza è il profitto di qualcuno; e infatti, anche per i più fortunati su cui ricade quella manna, i benefici sono accompagnati da molte spiacevoli controindicazioni.

Alienazioni, nevrosi, inquinamenti, e così via. Alcuni fra i sacerdoti che si occupano dei riti segreti della scienza, sono generosamente disposti a regalare alla gente alcuni frutti più immateriali e profumati, fatti di pura conoscenza.

E ci viene così svelato qualcuno dei misteri che la scienza ha, più di recente, risolto; e apprendiamo di quando e perché sono vissuti e morti i dinosauri, o dei fenomeni immani e sorprendenti che hanno dato origine all’universo e alla vita, o degli apparenti paradossi della relatività dello spazio-tempo.

Tuttavia, proprio come gli abitanti del villaggio non si accontentavano – giustamente – dell’elemosina dei pesci, ma pretendevano che fosse loro concesso di apprendere come pescare essi stessi, così noi non possiamo accontentarci che la scienza ci elargisca, a sua discrezione, i puri e semplici risultati delle sue ricerche.

Se vogliamo che le potenzialità grandi che la scienza riesce ad esprimere si traducano in benessere vero, e soprattutto generalizzato, per la comunità umana, è necessario che del “saper fare” proprio del metodo scientifico si impadroniscano un po’ tutti.

Raggiungere questo obiettivo non è cosa semplice: è invece necessario a tal fine, che fra scienza e società si stabilisca un colloquio e un confronto continuo e impegnativo, che richiede uno sforzo grande da una parte e dall’altra.

Ma è un’esigenza, questa, ormai irrinunciabile. In caso contrario la comunità umana, anziché essere protagonista delle scelte che determinano il futuro di tutti e di ciascuno singolarmente, resterà schiacciata, senza sapere come e perché, sotto il peso insopportabile delle sue stesse conquiste.

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